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pino

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mercoledì 19 giugno 2013

ancora sulla valutazione

Sollecitata dal clima del villaggio, ho deciso di tenere una sorta di diario di pensieri sugli esami di stato che sto svolgendo in questi giorni.
Lo scopo non è certo speculativo: desidero fissare alcune riflessioni/sensazioni, che con l'estate sarebbero destinate a sparire. Per poi ripresentarsi identiche la prossima volta...
Non solo.
Cercherò anche di "appuntarmi" alcune possibili soluzioni o, più semplicemente, idee in proposito.
Se qualcuno con idee ed esperienze diverse dalle mie, vuole condividere qualche pensiero, è il benvenuto!

4 commenti:

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  2. Su questo punto avrei molto da dire. Ho sempre odiato le 'griglie' di valutazione, quelle cose che da anni ci vengono propinate durante gli esami di stato o ad ogni altra occasione di valutazione degli studenti.
    Ho sempre pensato in cuor mio che fossero utili per cuocere ottime bistecche ai ferri e null'altro.
    Poi un giorno proprio durante una sessione di esame nella quale ero commissario, me ne sono inventata una e da allora non l'ho più abbandonata, anche se la tengo gelosamente conservata per uso strettamente personale.
    La cosa che mi sorprende sempre è che funziona. La consulto di nascosto, e quando durante le riunioni emetto il mio verdetto durante le discussioni del voto orale della prova di maturità, sbaglio sempre al massimo di un punto su trenta, rispetto al giudizio dei miei colleghi. Quest'anno non mi hanno nominato in commissione, che sia la volta che cercherò di condividerla con altri colleghi ? Solo un anno una presidente mi ha sgamato, mentre con il dito consultavo la mia mappa prima di esprimermi.
    Il fatto è che è troppo semplice e allora nessuno ti pende sul serio. Il fatto che funzioni non importa a nessuno.
    Pensateci un po': una griglia è una tabella a doppia entrata. Le due dimensioni devono essere indipendenti statisticamente, o almeno in teoria.
    Inutile usare una scala a dieci valori, ne bastano benissimo cinque. Il tre è la sufficienza, gli altri due livelli per l'insufficienza e due per il discreto e l'ottimo.
    Bene e poi ?
    Il fatto è che la seconda dimensione deve essere qualcosa di profondamente differente dalla misura di conoscenza.
    Le combinazioni della tabella risultano essere 25 ottime per riempirla con valutazioni adatte a qualunque scala. Anche con valori che si ripetono per combinazioni differenti dei due fattori.
    Il punto cruciale è che la misurazione sulla seconda dimensione (le righe, piuttosto che le colonne della griglia), cercano di misurare non il risultato ma il processo.
    Apprendimento significativo, mnemonico o meccanico ? Oppure riflessivo o creativo ?
    Nessuno vuole parlare di questo perché sembrano fattori poco misurabili oggettivamente. Ma siamo insegnanti o muratori ? Con tutto il rispetto per il comparto edile.
    Io personalmente ci riesco benissimo, dopo solo due secondi che il candidato a me persona sconosciuta ha iniziato a parlare. E non mi ritengo un ottimo valutatore, tutt'altro.
    Solo che in quel momento non sto valutando un fattore oggettivo come la conoscenza.
    Se non adottiamo un approccio simile a quanto sto cercando di descrivere continueremo a privilegiare la mediocrità. Indipendentemente dal fatto di credere in una scuola inclusiva piuttosto che esclusiva.

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    1. Quella delle griglie é un'altra bella questione su cui riflettere!
      Io lavoro con i ragazzini delle medie (ops, secondaria di primo grado ) e, onestamente, credo che dovendo dare una valutazione comune mettendo insieme nove colleghi, una griglia possa essere utile. Ma tutte le volte che cerco di metterne a punto una , evitando gli errori di quelle precedenti,......finisce che, per un motivo o per un altro, non mi soddisfa completamente!

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    2. wow Giulio! Mi interessa tantissimo la tua griglia. Non esserne geloso e condividila con noi! Pubblicala sotto licenza CC così diventerai (non) ricco e famoso :D
      A parte gli scherzi, mi interessa sul serio!!!

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