Pagine

pino

pino

martedì 30 luglio 2013

X FACTOR

Ho seguito con il solito interesse tutte le riflessioni sulla valutazione (io stessa ne ho postata piú d’una) e mi sembra che si sia dimenticato un fattore importante, un elemento che incide in modo determinante (anche) sulla valutazione: la famiglia.

Ho sempre pensato ai genitori dei miei alunni  come alla terza gamba del tavolo: tre è il minimo. Se ne manca una sola, il tavolo non sta in piedi. Ma  sono reduce da un’esperienza molto negativa (siamo praticamente in agosto e ancora ne parlo...vuol dire che non l’ho ancora digerita!) che mi ha fatto riflettere parecchio.

I pensieri dei miei colleghi di villaggio, pur nella loro diversitá ( credo che, ad esempio, l’età degli alunni sia determinante per fare delle  scelte in materia di valutazione, cosí come alcuni punti di vista magari diversi dai miei...) sono peró tutti accomunati da qualcosa di importantissimo: il desiderio di trovare la strada giusta, l’incessante interrogarsi su cosa sia meglio e il coraggio di mettersi in discussione.
Personalmente ho cambiato direzione piú volte nella mia esperienza, ho sperimentato modi nuovi, ho letto, discusso.... basti riflettere sul fatto che, se anche trovassi un sistema perfetto, probabilmente ...non si adatterebbe ad una classe diversa! 
É, insomma, una ricerca continua.

Un punto importante ad esempio su cui lavoro sempre, è il tentativo di far capire ai ragazzini che l’ errore é il loro piú grande alleato, se vogliono imparare qualcosa: niente tragedie per una valutazione negativa, piuttosto capire cosa mi sta dicendo quella valutazione! L’errore é un errore: niente di piú, niente di meno. Io credo molto nel dare a questi ragazzini, estremamente fragili oggi, il giusto senso delle cose, la proporzione e l’equilibrio che secondo me hanno perso.  Arrivano in prima media che non sono piú dei bambini, ma non sono ancora altro; hanno una gran voglia di diventare grandi e percepiscono che solo provando a fare da soli ci riusciranno. Certo, hanno anche dei timori:” le maestre sono brave, i prof. sono cattivi”/ “ devi studiare tutti i giorni fino a mezzanotte altrimenti prendi due!”/ “ i ragazzi grandi ti fanno i dispetti”. Ma occorre “giocare” sull’entusiasmo e sulla novità, sulla loro voglia di imparare a volare.

Mi sono dimenticata per strada di parlare della famiglia? 
Oh, no! Eccoli, i genitori: puntualissimi.  Nel preparare la cartella ai loro bambini, nel rispiegare la lezione di storia, nel correggere la produzione scritta, nello stampare in ufficio centinaia di pagine scaricate da wikipedia, nel chiedere scusa (loro!) se il figlio si è comportato male…..tutto nella rincorsa infinita per evitare la più piccola fatica e il più piccolo insuccesso al loro bambino! Nella convinzione di preservarli dal male del mondo…. Ma come si fa a crescere senza sbucciarsi le ginocchia?
E poi, il passo è breve verso la tracimazione totale: la valutazione negativa è sintomo dell’incapacità dell’insegnante, che non è in grado di spiegare perché non è divertente, non è tua amica, non ti coccola abbastanza…..

Quanti disastri sul fronte della crescita, della costruzione di rapporto serio con la capacità di capire cosa so essere e cosa so fare, del progettare la mia personalità, affrontando le "cose che vanno male", quelle che mi fanno soffrire, ma anche sperimentando la gioia del riuscire a superare una difficoltà, di creare un rapporto di fiducia con l'adulto....



5 commenti:

  1. Ecco qua. Ho trovato finalmente un insegnante che vuole contrastare la disastrosa tendenza della quale ho parlato, dal punto di vista dei genitori, nel mio post io i compiti a casa non li voglio più fare qualche tempo fa.
    Condivido pienamente quello che dici. Purtroppo però io ho esperienza di molti insegnanti che si auspicano un aiuto da parte dei genitori ai loro figli in fatto di studio.
    inoltre in questo mondo dove tutti dodbiamo essere meglio degli altri, "i più perfettissimi", sbagliare non è concesso e, purtroppo, imparare dai propri errori è una pratica che è andata fuori moda.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bé...siamo già in due!
      Forse mi sono lasciata andare un po' troppo nel post....ma a volte vivo la frustrazione di fare tanta fatica per costruire qualcosa che vedo regolarmente distrutta in un weekend!
      Ovvio, non tutte le famiglie sono cosí: ho ricordi di rapporti bellissimi, ma sinceramente, li posso contare sulle dita di una mano.
      Ci vorrebbe qualche idea anche su come gestire questi benedetti genitori...chissà che qualche altro abitante del villaggio non trovi la strada giusta!

      Elimina
  2. In me trovi una persona interessatissima alla gestione del rapporto genitori-scuola. Sono anni che cerco di partecipare come genitore alla gestione dell'istituzione scolastica e ho avuto più o meno ormai tutte le cariche: rappresentante di classe, consigliera di istituto, presidente del consiglio di istituto ecc ecc. Ma non è questa la strada e non è questo il punto. Servirebbe proprio qualcosa per aprire il colloquio ed il confronto tra genitori e insegnanti sull'educazione e sui diversi ruoli che essi hanno nel processo educativo. Recuperare la dignità del ruolo dell'insegnante e la centralità del ruolo della scuola nella società e allo stesso ridare senso e forza al ruolo di genitore sono le cose che dobbiamo fare per iniziare a dipanare la matassa.
    Una delle tante idee che mi erano venute è stata quella di creare uno "sportello genitori" nel sito web del mio comune dove avere uno spazio per discutere dei problemi della scuola e magari affrontare anche argomenti come questi, organizzando poi qualche incontro nelle scuole...... Non ne ho fatto di nulla proprio per difficoltà createmi da altri genitori, molto simili a quelli che descrivi tu, che vedono la scuola quasi come il nemico da abbattere, o espressione del "sistema" o coacervo di statali stipendiati fannulloni che mal giudicano i nostri pupilli perché non sanno fare il loro mestiere. Siamo lontani mille miglia dalla soluzione del problema......

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi viene da ridere ripensando a quando le mie figlie erano "piccole": quando venivano a casa da scuola e si lamentavano per qualche ingiustizia (!) subita, di fronte alla mia espressione mi dicevano sempre :" avere una mamma che è pure prof. è proprio una sfortuna!".
      Dubito che nelle famiglie dei miei alunni succeda una cosa del genere....
      L'anno prossimo ricomincerò con una classe prima e ho un po' il pensiero di iniziare con un buon rapporto, che mi permetta di fare tutte quelle cose che ho in mente e che non sempre sono "tradizionali": mi interessa che capiscano lo sforzo che c'è dietro e che il fine è solo il bene dei loro bambini. Poi peró si arriva in terza media e l'unico pensiero fisso è il voto dell'esame e tutto quello che si pensava di aver costruito svanisce....perchè il mio bambino si meritava 10 e invece ha preso 9!

      Elimina
  3. Un bel ritrattino realistico.
    Uno degli episodi più avvilenti della mia carriera è il minacciato ricorso di una ragazza che aveva superato la Maturità con cento centesimi ma voleva la lode. Senza peraltro meritarsela, si intende. Era stata mia allieva per cinque anni e ancora mi viene il blocco allo stomaco, a pensarci.
    Tuttavia quando si tratta di distribuire le colpe e i meriti bisogna andarci piano, perché la realtà è molto complessa. Intendo dire che riconosco i sentimenti e le tematiche che descrivi, ma sono anche consapevole di altri sentimenti e tematiche, che ho voluto descrivere qui, nel mio blog.
    E' evidente che dal punto di vista educativo le famiglie sono - in questo momento storico - l'anello debole. Ma anche i docenti sono in un certo senso "l'anello debole". O meglio la scuola nel suo insieme. Lavorare onestamente e con passione in questa difficile situazione può provocare momenti di grande sconforto o un senso opprimente di solitudine, come evidenziato da alcune colleghe qui e là nei blog. Il burn-out è un problema serio.

    RispondiElimina