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pino

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domenica 3 novembre 2013

COMPITI

Dopo aver trascorso tanto tempo durante i mesi estivi a riflettere, imparare e dibattere sulle nuove tecnologie a scuola, sui vantaggi e gli svantaggi, sulle questioni di principio,...mi ero immaginata un inizio di anno scolastico concentrato sull'utilizzo delle metodologie e degli strumenti innovativi.
Mai ipotesi fu più sbagliata!
A due mesi dall'inizio delle lezioni, mi trovo alle prese con un argomento non dico "vecchio"...ma vecchissimo: i compiti a casa!
Io non riesco a utilizzare questo strumento in modo efficace: in qualsiasi maniera presenti i compiti, con qualsiasi sistema io li strutturi (tecnologico o meno), non sono in grado smuovere i miei piccoli alunni dall'unico pensiero che hanno in testa: "il meno possibile del tempo, il meno possibile della fatica".
E, naturalmente, sto parlando di chi i compiti li fa.
Io credo nel compito a casa. 
Perchè è un momento in cui lo studente si mette alla prova, verifica quanto ha capito e cosa è capace di fare, si allena per migliorare  e diventa consapevole di ciò che ancora non è stato raggiunto. Ho riflettuto tantissimo sul perchè non riescano a capirlo, su come avrei potuto fare per dimostrarlo,... 
Poi, come spesso accade in questo mondo di piccoli studenti, una frase, detta con una limpidezza disarmante, mi ha aperto gli occhi sulla verità: "Ma Prof., io non ho potuto studiare storia perchè dovevo andare in piscina".
Ovvio, la piscina! 
E il calcio, la danza moderna, , il corso di inglese, la scherma, l'hip hop, la spesa al centro commerciale,....e tutto in una settimana, ogni settimana.
Il compito a casa funziona solo se c'è del tempo da poter usare. Quanto? Quello necessario. E quel tempo dovrebbe essere usato insieme al silenzio, alla concentrazione e alla solitudine.
Per molti ragazzini questa è un'esperienza sconosciuta. Il tempo corre veloce e loro sono sempre lì, a rincorrerlo, all'insegna di una velocità da videogioco, per passare al livello successivo, senza fare in tempo a capire il livello precedente!
Tanto, poi, o la mamma o il papà, si metteranno vicino a loro, dopo cena, a studiare con loro.
E così potranno dirmi con uguale limpidezza: "Ma Prof., con me la lezione la sapeva!"

6 commenti:

  1. Per la primaria un modo migliore per fare i compiti c'è (anche sul tablet al centro commerciale): SusyDiario! ;-)

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    1. sigh!....ma tu sei un mito.....io sto arrancando faticosamente per raggiungere te e i tecnologici! (però mi impegno....).
      Scherzi (?) a parte, spesso io mi ritrovo a dover vincere la resistenza delle famiglie, che non riescono a concepire il computer come strumento di lavoro: devo fare lunghi percorsi e...ogni tanto...qualche azzardo!

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  2. Anch'io credo nei compiti a casa... Non mollare, Marina!

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  3. I genitori. Mah, a volte penso che i genitori ci siano troppo. Cioè siano troppo invadenti. Ma tutti questi sport e attività artistiche servono ai ragazzi o ai genitori che le avrebbero volute fare loro? E tutti quei compiti, servono ai ragazzi o ai genitori smaniosi che le loro proiezioni filiali appaiano come si deve?

    Il risultato e che questi figlioli sono privati di una sana dose di ozio: senza ozio si pensa poco, si spazia poco, si esegue molto e, secondo me, si rimbecillisce abbastanza.

    I compiti servirebbero se inseriti in un contesto che favorisca il pensiero, ma io questo contesto non lo vedo. In tal caso temo che i compiti siano dannosi. Ho assistito a vari episodi di genitori che seguono i figli a casa: una sconfortante ricerca del risultato giusto, dell'averli fatti tutti, ma come? Spesso in realtà nessuno a capito nulla, poco il figlio, meno il genitore. Però la sapeva...

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